Cos’è l’istruzione parentale?

Cos’è l’istruzione parentale?

L’istruzione parentale, conosciuta anche come homeschooling, è una forma di educazione legale in Italia che permette ai genitori di istruire i propri figli fuori dal contesto scolastico tradizionale. Non è una scelta estrema, né un salto nel vuoto, ma un percorso educativo consapevole e profondo, che mette al centro la famiglia e i bisogni autentici del bambino.


Sono Erika Di Martino, mamma di cinque figli istruiti in casa e fondatrice di Fondazione Libera Schola, EDUpar ed EDUlearn. In questo articolo voglio spiegarti, passo dopo passo, cos'è l’istruzione parentale, come funziona in Italia e perché sempre più famiglie stanno scegliendo questa via.

Cosa si intende per istruzione parentale?

Fare istruzione parentale significa educare i propri figli al di fuori della scuola. In pratica, i genitori – o chi per loro – assumono la responsabilità di accompagnare il bambino nel suo percorso di apprendimento, senza iscriverlo a un istituto scolastico.

A differenza di quanto molti pensano, in Italia la scuola non è obbligatoria: è l’istruzione ad esserlo. Questo significa che ogni famiglia può scegliere come assolvere l’obbligo di istruzione, anche senza frequentare una scuola pubblica o privata.

Cosa dice la legge italiana sull’homeschooling?

L’istruzione parentale è garantita dalla Costituzione Italiana e regolata dalla normativa vigente. Ecco i riferimenti principali:

  • Art. 30 della Costituzione: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli…”.
  • Decreto Legislativo 62/2017: specifica che, in caso di istruzione parentale, lo studente deve sostenere un esame di idoneità alla fine di ogni anno, per passare alla classe successiva.

Per fare homeschooling legalmente, basta:

  1. Presentare ogni anno una dichiarazione di istruzione parentale al dirigente scolastico del proprio territorio.
  2. Autodichiarare di avere le competenze tecniche ed economiche per garantire l’istruzione del proprio figlio.


Chi può fare istruzione parentale?

Tutti. Non ci sono requisiti particolari, né bisogna essere insegnanti. È sufficiente:

  • Essere genitori o tutori legali.
  • Essere in grado di prendersi cura dell’educazione del proprio figlio con consapevolezza e responsabilità.

Alcune famiglie scelgono di educare direttamente, altre si avvalgono di tutor, gruppi di apprendimento o piattaforme online. Ogni famiglia può trovare la modalità più adatta al proprio stile di vita e ai bisogni del bambino.

I vantaggi dell’educazione parentale

Educare i figli a casa permette di:

  • Rispettare i tempi di apprendimento individuali.
  • Costruire un rapporto più profondo tra genitori e figli.
  • Creare un ambiente sereno, senza stress da voti o confronti.
  • Personalizzare il programma didattico.
  • Vivere esperienze di apprendimento reali, nel mondo, attraverso viaggi, musei, attività all’aperto e incontri.


È una scelta adatta a tutti?

Non esiste un’unica risposta. L’istruzione parentale richiede tempo, impegno, presenza e flessibilità. Ma per molte famiglie, questa esperienza si rivela trasformativa e ricca di soddisfazioni. Non è necessario avere tutte le risposte subito: è un cammino che si costruisce un passo alla volta, insieme ai propri figli.

Come iniziare?

Ecco cosa fare per iniziare con l’homeschooling:

  1. Informarsi bene (magari partendo dal nostro sito).
  2. Compilare e inviare la comunicazione di istruzione parentale alla scuola del territorio.
  3. Organizzare un piano educativo, anche semplice, ma coerente.
  4. Collegarsi con altre famiglie homeschooler per confronto e sostegno.

Domande frequenti sull’istruzione parentale

1. Devo essere insegnante per fare istruzione parentale?

No. Non è richiesta alcuna abilitazione, solo la volontà di accompagnare il proprio figlio nell’apprendimento.


2. Posso fare istruzione parentale anche se lavoro?

Sì, molte famiglie organizzano l’educazione dei figli anche con genitori che lavorano, grazie a tutor, cooperative o supporti online.


3. Mio figlio dovrà fare esami ogni anno?

Sì, è previsto un esame di idoneità annuale per verificare il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento dell’anno in corso.

Conclusione

Scegliere l’istruzione parentale non significa essere contro la scuola, ma a favore della libertà educativa e del rispetto dei ritmi naturali dell’apprendimento. È una scelta coraggiosa e profonda, che mette al centro il benessere e la crescita armonica del bambino.

Se senti che questa strada può fare per voi, sappi che non sei solo. Esistono comunità, gruppi locali e online, incontri, eventi, risorse gratuite e tanto supporto per accompagnarti in ogni fase del percorso.

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Lo Stato non può e non deve sostituirsi alla famiglia .
29 giugno 2025
Nel maggio 2025, il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha pubblicato un documento fondamentale che potrebbe (e dovrebbe) cambiare il modo in cui pensiamo all’istruzione: si tratta del rapporto A/HRC/59/41, redatto dalla Relatrice Speciale sul diritto all’istruzione, Farida Shaheed, intitolato "The Right to be Safe in Education" – Il diritto di essere al sicuro nell’istruzione. Questo rapporto non parla solo di scuole, ma di tutti i contesti educativi, inclusi quelli digitali, extrascolastici, informali e anche familiari. È un documento che, pur provenendo dall’ambito istituzionale dell’ONU, parla direttamente alle famiglie. Soprattutto, parla a quelle famiglie che hanno scelto o stanno considerando l’educazione parentale (homeschooling). Perché questo documento è cruciale Molti genitori italiani non seguono regolarmente le pubblicazioni delle Nazioni Unite. Tuttavia, queste dichiarazioni hanno un peso simbolico e politico enorme: influenzano il modo in cui gli Stati definiscono leggi e politiche educative. Comprendere il contenuto di questo rapporto significa conoscere i propri diritti e rafforzare la legittimità di chi sceglie un percorso educativo alternativo. Questo documento cambia il paradigma: non basta più garantire l'accesso all'istruzione; bisogna garantire la sicurezza integrale dell'esperienza educativa. E ciò implica un impegno concreto, sistemico e quotidiano da parte delle istituzioni.  Il significato del "diritto alla sicurezza nell'istruzione" La Relatrice Speciale propone questa definizione: " The right to be safe in education is the right of learners, educators and non-teaching staff to be protected from any violation of their physical, sexual or psycho-emotional integrity, as well as from practices harming or endangering healthy relationships within and outside the educational environment and the free expression of identities." "Il diritto di essere al sicuro nell’istruzione è il diritto degli studenti, degli insegnanti e del personale non docente a essere protetti da qualsiasi violazione della loro integrità fisica, sessuale o psico-emotiva, così come da pratiche che danneggiano o mettono in pericolo relazioni sane dentro e fuori dall’ambiente educativo e l’espressione libera della propria identità." Il messaggio è chiaro: non esiste diritto all’istruzione senza diritto alla sicurezza. Questo porta con sé una trasformazione importante: si passa da un'idea di scuola come luogo neutro o automaticamente valido a una concezione molto più esigente e umana. Il sistema educativo deve garantire non solo conoscenza, ma anche benessere e rispetto. Scuola, ma non solo Sebbene il rapporto sia spesso interpretato in chiave scolastica, è importante sottolineare che non si riferisce solo alla scuola tradizionale. Anzi, include esplicitamente ogni tipo di ambiente educativo, anche quello familiare: "This includes all educational spaces and processes, including digital ones." "Ciò include tutti gli spazi e i processi educativi, inclusi quelli digitali." Questo significa che anche l’educazione parentale (homeschooling) rientra pienamente nella riflessione sul diritto alla sicurezza. Ed è qui che il documento apre una breccia storica nella difesa del diritto all'educazione in forma non convenzionale. Un'accusa implicita ai sistemi scolastici? Il rapporto non accusa esplicitamente la scuola pubblica, ma evidenzia numerosi rischi associati ai contesti educativi tradizionali: violenze, abusi, bullismo, discriminazioni, violazioni dell'identità personale. In molte scuole italiane, gli studenti LGBTQ+, neurodivergenti, con background migratorio o semplicemente "diversi" sperimentano quotidianamente situazioni di disagio e insicurezza. Nel contesto italiano, questa è una verità spesso taciuta. Eppure, chi lavora nel mondo educativo lo sa: non tutti gli ambienti scolastici sono sicuri. Molti non lo sono mai stati. Alcuni bambini e ragazzi escono da scuola più feriti che formati. Dalla parte delle famiglie homeschooler Per molte famiglie che hanno scelto l’istruzione parentale, questo documento rappresenta un balsamo e una legittimazione. Dopo anni in cui si è dovuto giustificare una scelta spesso vista con sospetto, oggi una voce autorevole delle Nazioni Unite afferma che il diritto all'educazione si realizza solo dove vi è sicurezza. E se questa sicurezza non viene garantita nella scuola, è giusto e legittimo cercarla altrove. "Safety entails the ability of all persons to enjoy and exercise their human rights in all aspects of education, without discrimination, fear or reprisal." "La sicurezza implica la possibilità per ogni persona di godere ed esercitare i propri diritti umani in tutti gli aspetti dell'istruzione, senza discriminazione, paura o ritorsioni." Questo significa che anche l’homeschooling, se vissuto in un ambiente sereno, amorevole e stimolante, può garantire più sicurezza e dunque più diritto all’istruzione rispetto a certi ambienti scolastici istituzionali. La pluralità educativa come chiave della sicurezza Il rapporto insiste su un principio fondamentale: le politiche educative devono adottare un approccio onnicomprensivo, che includa le realtà diverse degli studenti. "An all-encompassing approach to safety in education must take into account the diverse realities of learners, including those learning in informal, non-formal and home-based settings." "Un approccio onnicomprensivo alla sicurezza nell'istruzione deve tener conto delle realtà diverse degli studenti, inclusi quelli che apprendono in contesti informali, non formali e domestici." In Italia, ciò implica anche un cambio di paradigma nelle istituzioni scolastiche, nei dirigenti, negli uffici scolastici regionali. Non è più possibile trattare le famiglie homeschooler come soggetti da controllare o sorvegliare: sono portatrici di un diritto riconosciuto a livello internazionale. Una sicurezza che è anche libertà Molti genitori homeschooler raccontano di bambini che, dopo essere stati ritirati da scuola, hanno ricominciato a dormire bene, a sorridere, a studiare con piacere. La sicurezza psicologica non è solo assenza di violenza: è possibilità di essere se stessi, di apprendere senza paura, di essere ascoltati e rispettati. Questo documento ONU rafforza l’idea che la vera sicurezza nasce dalla fiducia, dalla relazione educativa autentica, dall’autonomia e dalla personalizzazione dell’apprendimento. Un invito a informarsi e agire Questo non è un documento tecnico per addetti ai lavori. È una dichiarazione politica, culturale e civile. Le famiglie italiane hanno oggi uno strumento in più per difendere le proprie scelte educative e per chiedere che lo Stato non ostacoli, ma sostenga chi garantisce un ambiente sicuro ai propri figli. Se davvero vogliamo costruire un sistema educativo giusto, dobbiamo partire da qui: dal riconoscere che ogni bambino ha il diritto di sentirsi protetto, rispettato e ascoltato. E se questo accade a casa, con i genitori, in un contesto sereno e stimolante, allora è quello il luogo giusto per crescere. Vuoi leggere il rapporto originale? Puoi trovarlo (in inglese) sul sito dell’OHCHR: https://www.ohchr.org/en . L’educazione è un diritto. Ma la sicurezza è ciò che lo rende possibile. Libera Schola: al fianco delle famiglie per conoscere e difendere i propri diritti In un panorama educativo in continua trasformazione, EDUpar si impegna ogni giorno per informare, sostenere e dare voce alle famiglie italiane che scelgono percorsi educativi alternativi, come l’homeschooling. Siamo convinti che conoscere i propri diritti sia il primo passo per difenderli , soprattutto quando si tratta del benessere e della sicurezza dei propri figli. Per questo vi raccontiamo e traduciamo documenti fondamentali come questo rapporto delle Nazioni Unite, che spesso passano inosservati ma che possono cambiare radicalmente il modo in cui le famiglie vengono trattate dalle istituzioni . Attraverso articoli, incontri informativi, consulenze e una rete di supporto attiva in tutta Italia, EDUpar è con voi per ricordarvi che educare in libertà è un diritto riconosciuto , e che ogni famiglia ha il potere — e il dovere — di scegliere ciò che è meglio per i propri figli, anche controcorrente. Continuiamo insieme a costruire un futuro educativo più umano, più sicuro, più consapevole.